domenica 6 dicembre 2009

Film 28 - Fight Club

Dopo un anno e mezzo Ale è riuscito a farmi finalmente vedere il suo film preferito (che non avevo mai visto), davanti ad un'ottima cena cinese!


Film 28: "Fight Club" (1999) di David Fincher
Visto:dalla tv e dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Ale
Pensieri: Di questo film sapevo: che si parlava di lotta, che c'era Helena Bonham Carter, che gli addominali di Brad Pitt non erano mai stati così in forma, che è un cult. Mi mancava solo vederlo.
Sono partito un po' scettico, lo ammetto. I film sulla lotta non sono esattamente i miei preferiti, ma "Fight Club" ha un senso, ha una trama, ha una bella storia da raccontare. Non a casa lo scrittore del libro è Chuck Palahniuk uno che in quanto a scrivere storie strane è un mago (non come lo Stephen King degli ultimi tempi). Qui non si fa eccezione. Si parte in un modo, si devia totalmente e si deraglia alla fine. Racconti nel racconto, fantastico!
All'inizio abbiamo il protagonista Edward Norton e la sua depressione, la sua incapacità di reagire alla vita, di crearsi un qualcosa che sia suo, anche solo un'emozione. Poi c'è il combattimento, una sorta di cura che lo riporta alla vita, che gli fa sentire di avere uno scopo. E, da tutto quello che ne consegue, arriviamo al finale a sorpresa (anche se un po' c'ero arrivato, Ale testimone!) con sterzata adrenalinica e finale apocalittico (fantastici i palazzi che collassano uno ad uno mentre i due protagonisti si tengono per mano).
Quello che prima di tutto mi ha colpito è stato il fatto che questo non è solo un film sulla lotta. La lotta è il pretesto. Da quello nasce tutta una filosofia che prende vita e si delinea nella storia. E' interessante nel finale rianalizzare tutte le situazioni che hai visto per poi cominciare a porti un sacco di domande e capire un sacco di cose! Questo tipo di risvolto con sorpresa è sempre un elemento apprezzabile nelle pellicole, perchè fino all'ultimo non capisci, poi all'improvviso tutto torna!
Altro aspetto positivo è Brad Pitt, allucinato e schizzato quasi quanto nelle 12 scimmie. Secondo me, a causa della sua bellezza, è stato un po' sottovalutato come attore. Penso che in generale non sia tutto muscoli e niente sostanza come dicono, qui poi l'ho apprezzato particolarmente. Mi piace la sua aria da Clark Gable dei bassifondi, un po' tra l'uomo che non deve chiedere mai e il domani è un altro giorno. Ottimo (conoscendo la trama) se lo si pensa contrapposto a Edward Norton, così magrino ed emaciato. Quest'ultimo, nella sua scena di combattimento (quella senza maglia) è quasi privo di muscoli, le gambine secche... Ha un po' il ruolo da sfigato che sta con il figo della scuola. E lui, da bravo attore quale è, ci va a nozze!
Ancora, mi è piaciuta molto Helena Bonham Carter, un po' tossica, un po' anoressica e un po' spaventapasseri. Lei è perfetta per questi ruoli da emarginata alla "Trainspotting" e qui sembra tantissimo Crudelia De Mon. Da il suo tocco originale al film, un'altra non sarebbe andata bene, non avrebbe funzionato. E poi l'atmosfera scura, sporca, sembra quasi di respirarla quell'aria sudata, viziata, insomma da scantinato. Il sangue non sembra ketchup, i denti saltano a causa dei pugni, i nasi si rompono e le teste si fracassano sul pavimento. E' macabro, ma vuoi vedere. Fa male, ma vorresti provare. Del resto Fincher è il regista di "Se7en", un film stracult (sempre con Brad Pitt) dalle atmosfere molto simili. Sulla stessa scia anche "Zodiac", "Panic Room" e "Alien³", tutti film diversissimi, ma caratterizzati da un'atmosfera cupa, da luoghi chiusi e claustrofobici, scantinati e case isolate. Unica pellicola atipica (se non si considerano i vari videoclip per Madonna, Aerosmith, George Michael, Sting e Paula Abdul), anche se pure lì la storia è abbastanza inquietante sotto certi aspetti, è "Il curioso caso di Benjamin Button" (sempre con Brad Pitt) che quest'anno gli ha regalato la sua prima nomination all'Oscar per la regia.
Originale anche la questione delle bobine dei film dove Brad aggiunge fotogrammi di film porno alle pellicole dei film per famiglie. Riprende un po' quella cosa dei messaggi subliminali nei film, dove un frazione di secondo di un fotogramma dovrebbe lasciare impresso un messaggio nelle persone senza che queste possano accorgersene. E "Fight Club" stesso da esempio di questa tecnica montando qua e là fotogrammi che non c'entrano niente (vedi il pene prima dei titoli di coda). Originale! Insomma, questo film riunisce insieme molti aspetti positivi che lo rendono una pellicola sicuramente atipica e da vedere. Ammetto di averci pensato un attimo prima di capire se mi fosse piaciuto o meno perchè non è sicuramente un film semplice e immediato. E poi perchè, come dicevo, ero partito prevenuto. Uno sbaglio dato che sapevo che la storia originale è di Chuck Palahniuk.
Film 1478 - Fight Club
Consigli: Prestare moltissima attenzione mentre si guarda il film, un sacco di particolari sfuggono allo spettatore distratto!
Parola chiave: 1) La prima regola è: non dovete parlare del fight club! 2) Se avessi un tumore lo chiamerei Marla




Ric

8 commenti:

  1. Io amo questo film perché è semplicemente geniale.
    La riflessione sull'individuo e la critica alla società consumistica si sviluppano a partire da un uomo qualunque (Edward Norton), un colletto bianco infelice e frustrato, che lavora per un'ingorda azienda, che sostituisce alla pornografia l'arredomania Ikea, che nel frigorifero conserva condimenti ma non cibi, che soffre d'insonnia e che recupera il sonno solo dopo aver visto e vissuto il vero dolore e la vera sofferenza in centri d'ascolto...
    E poi la svolta, l'incontro con uomo dalle idee chiare (Brad Pitt), sebbene al limite dell'autodistruzione, anarchico a suo modo, che sabota film e pietanze, prepara saponi con il grasso più ricco della terra, e l'inizio della discesa verso il fondo, usando come pretesto la lotta, giusto per capire che oltre a picchiare duro niente ha più importanza...
    In tutto questo una donna (Helena Bonham Carter), l'unica presenza femminile in universo maschile, nevrotica e fragile, che rappresenta una minaccia perché ama...
    Stepitoso!

    RispondiElimina
  2. Questo film non l´ho mai visto attentamente, me lo ricordo vagamente....ricordo bene gli addominali di Brad! Quelli restano impressi, come un po´ in The Mexican...resta sempre piu´ impresso l´attore che il film!
    Ma se come dite e´ cosi´ geniale allora mi sono persa qualcosa, colgo l´occasione per riguardarlo senza farmi distrarre troppo!
    Al prossimo film!

    RispondiElimina
  3. Questo film lo vidi anni fa e ancora lo ricordo abbastanza bene. Grandioso e geniale, ti tiene incollato al televisore sino all'ultimo secondo!!!
    Hai fatto bene a vederlo, non poteva mancarti :-)

    RispondiElimina
  4. Bella recensione Rich, anche le aggiunte di Ale, mi avete fatto venire voglia di rivederlo.

    RispondiElimina
  5. Ale ha saputo aggiungere un'analisi molto più approfondita da persona acuta quale è. Non avrei saputo esprimermi meglio! E poi si vede bene che è il suo film preferito, guarda quanti spunti che ha tirato fuori!

    RispondiElimina
  6. posso fare un attimo la puntigliosa (mi viene bene lo so...)
    so che stiamo analizzando il film, che devo dire ha colto perfettamente lo stile allucinato di palahniuk, però vorrei sottolineare nuovamente (bravo rich) che è proprio lui il genio! Io sono un'avida lettrice di palahniuk, è uno dei miei scrittori preferiti e questo è uno dei suoi libri migliori...vi consiglio di leggervi il libro, anche se avete già visto il film, perchè è pura filosofia, oltre alla marea di informazioni che dà sulle più svariate cose...
    cmq, ho adorato il film, è stato fatto molto bene e ricrea tutto l'universo del libro anche se il finale è un po' diverso se non sbaglio!
    quello che il libro mi ha dato, mentre il film no, è stata la voglia di lottare per un mondo diverso... e questo mi è dispiaciuto, perchè era veramente illuminante sotto questo punto di vista.
    cmq, fantastici attori, bellissimo film, super sexy brad pitt... geniale palahniuk, al solito!

    RispondiElimina
  7. Qualche giorno fa ascoltando musica random è saltata fuori “Where is my mind” dei Pixies, tre minuti e mezzo di adorazione ed ecco la necessità impellente di rivedere Fight Club.
    Dopo una veloce ricognizione visiva della mia collezione personale di dvd, lo trovo, lì con la sua copertina nera e rosa tra “Ragazze Interrotte” ed “ Il Mistero di Sleepy Hollow”, curiosa combinazione visto che per la parte di Marla fece il provino anche Winona Ryder prima che venisse scelta la Bonham Carter (rispettivamente protagonista principale e moglie del regista dei film prima citati).
    Due parole su tutte per riassumerne il contenuto: irripetibile perfezione! Raramente trasposizioni cinematografiche di romanzi sanno ridisegnare al meglio le geometrie cui altissime penne (in questo caso quella di Chuck Palahniuk) hanno dato vita col solo ausilio di carta ed inchiostro, e genialità chiaramente.
    Ecco, Fight Club dimora di diritto in quell’alcova elitaria dove la celluloide fa da esaltante prolungamento di ciò che decine di pagine hanno precedentemente racchiuso. Non a caso vanta meritatamente l’etichetta di CULT MOVIE.
    E’ uno di quei film che richiedono almeno una seconda visione (se esiste qualcuno che è davvero in grado di fermarsi solo alla seconda) perché la prima da sola non basta per recepire sfumature e sottomessaggi che facilmente sfuggono all’occhio e all’orecchio dello spettatore di primo pelo.
    Io, che ho abbondantemente superato le prime due visioni, mi son permesso il lusso questa volta di distogliere saltuariamente l’attenzione dalla trama in sé per scovare eventuali incongruenze o defaillances di un’impalcatura tecnico-artistica complessivamente ineccepibile. Infatti, come previsto, ho fallito.
    Un film-contenitore di svariate eccellenze (regia, soggetto, montaggio, sceneggiatura, fotografia) spesso ci mette due secondi a diventare pasto frugale di bulimici cineguardoni , ad essere fagocitato dal grande pubblico e finire col diventare volgare prezzemolo in tutti i dibattiti sui “grandi film” come purtroppo è successo a pietre miliari quali “Arancia Meccanica” o “Gioventù Bruciata”.
    No, a “Fight Club” non è successo. Il bello è questo, mantiene tutt’oggi inalterato il suo carattere underground, il suo alone di bellezza decadente, il fascino dell’alternativo che lo rendono ancora più maledetto ed affascinante. Il fatto che abbia ispirato un videogioco forse non supporta la mia tesi, ma la quota zero di riconoscimenti o premi importanti ricevuti e gli incassi al di sotto delle aspettative mi danno ragione eccome!
    Alcuni ciarlatani hanno saputo usare solo espressioni quali “violenza gratuita”, “machismo da scantinato” e simili per qualificarlo. Io utilizzerei piuttosto sarcastico e dissacrante, se non illuminante e ribelle nel rivolgermi ad un film che utilizza la violenza fisica sovraesposta come sferzante atteggiamento di dura critica della vera violenza che quotidianamente il sistema sociale in cui viviamo esercita su di noi. L’unico modo per sottrarsi al triste destino del conformismo e avere la meglio sull’inaridimento spirituale di tutto ciò che ci circonda è lottare (“combatti per sapere chi sei” recita infatti il sottotitolo). Peccato che chi scelga la strada della ribellione finisca sempre col rimetterci le penne, del resto “Cosa credi? Che ci voglia coraggio per morire? Morire è facile!...è vivere che richiede coraggio!..." [Kurt Cobain]
    Un Brad Pitt ipertrofico, anarchico e finalmente pornografico, un Edward Norton secondo me da Oscar ed un’Helena Bonham Carter indimenticabile rosa nera a metà strada tra surrealismo e gotico sembrano nati per il ruolo che ricoprono. Dunque le performance interpretative degli attori, la regia di Fincher che ci catapulta violentemente in un abisso di alienazione esistenziale ed inquietudine corrosiva e le tinte fortemente claustrofobiche che solo le storie di Palahniuk sanno sprigionare ne fanno uno dei miei film preferiti.

    RispondiElimina
  8. #HollywoodCiak 28 #FightClub #DavidFincher #ChuckPalahniuk #BradPitt #EdwardNorton #HelenaBonhamCarter #MeatLoaf #JaredLeto #ZachGrenier #Oscars #MtvAwards #fighting #club #insomniac #soap #therapy #relationship #fistfight #violence #cancer #supportgroup #followme

    RispondiElimina